Grotte di Castellana

Dove si trova Castellana Grotte?

Situata sull’altopiano calcareo della Terra dei Trulli e delle Grotte, è conosciuta soprattutto per il complesso carsico delle Grotte di Castellana. Il territorio comunale di Castellana Grotte ha un’isola amministrativa (“frazione”) nel comune di Alberobello e un’altra tra Alberobello e Monopoli.

Altri paesi da visitare nel raggio di 20 chilometri da Castellana Grotte
Putignano a 5.34 km
Conversano a 9.84 km
Noci a 11.0 km
Turi a 12.6 km
Alberobello a 12.6 km
Polignano a Mare a 12.8 km
Monopoli a 12.9 km
Fasano a 17.2 km
Sammichele di Bari a 18.3 km
Rutigliano a 19.3 km

La storia di Castellana Grotte:

Vetrata chiesa di castellana grotte

Castellana nasce nell’alto Medioevo grazie alla colonizzazione operata dal Monastero di San Benedetto di Conversano nel X secolo, precisamente nel 901. Ciò è testimoniato da una pergamena che si riferisce all’atto di vendita di Ermenefrido, figlio di Ermuzio, e sua moglie Trasisperga a favore di Ianniperto. Il documento parla di un Castellano Vetere e di un Castellano Novo. Nel 1098 il Conte Goffredo di Conversano, di origini normanne, dona a San Benedetto tutto il territorio e consente all’abate di radunarvi gente per popolarlo.

La sua fondazione ufficiale viene fatta risalire nel dicembre 1171, quando l’Abate Eustasio donò il feudo di Castellano con buone condizioni di vassallaggio a due otrantini, Nicola e Costa, nel tentativo di ripopolare l’agglomerato di case esistenti, molte delle quali andate distrutte nel corso delle contese tra Ruggero II di Sicilia e i dinasti normanni, per goderne nuovamente delle rendite.

Il borgo vicus ricostruito ben presto si costituisce in universitas ed, in questo periodo è collocata la presunta visita di Federico II di Svevia e della sua sosta di una notte sotto l’ormai inesistente Olmo di Porta Grande. Durante la dominazione sveva il monastero conversanese di San Benedetto viene abbandonato, e nel 1226 Papa Clemente IV concede il convento di Conversano a un gruppo di monache cistercensi fuggite dalla Morea, regione della Grecia centrale. A loro vengono assegnate tutte le proprietà dell’antica abbazia, compresa Castellana, e la giurisdizione ecclesiastica: ovvero la potestà ordinaria su clero e popolo di Castellana più il diritto di impugnare il pastorale e cingere la mitra.

Nei primi anni del quattrocento, Castellana cercò di liberarsi dalle dipendenze feudali della Contea di Conversano e dalla badessa del monastero benedettino di Conversano a cui versava le decime. Approfittando della lotta che imperversava la casata dei d’Angiò per il trono del Regno di Napoli, nel 1407 trecento giovani castellanesi, guidati dal valoroso Ottavio da Castellana, si schierarono dalla parte del Re Ladislao d’Angiò all’assedio di Taranto contro Maria d’Enghien, sorella della badessa e vedova del principe Raimondo Orsini Del Balzo. Ammirati per le loro prove di valore, i combattenti castellanesi passarono alle cronache come i Leoni di Fortezza. Ottenuta la vittoria con la resa di Maria d’Enghien, con a seguito il suo matrimonio risolutore col re Ladislao d’Angiò, Castellana ottenne il privilegio promesso.

grotte di castellana con lago

Dopo la morte di Ladislao, nel 1426, la Regina Giovanna II di Napoli nomina duca di Bari il nobile abruzzese Giacomo Caldora, il quale ottenne, tra gli altri, anche il territorio di Castellana. I Caldora ebbero potere sino al 1440 quando Antonio Caldora, figlio primogenito di Giacomo e suo successore al titolo di duca di Bari, venne spodestato dal viceduca Marino Reguardati da Norcia, che offrì l’intero ducato, assieme a Castellana, a Giovanni Antonio Orsini del Balzo, principe di Taranto e figlio di Maria d’Enghien dal suo primo marito.

Nel 1456, Castellana e l’intera contea di Conversano (comprendente anche i centri di Casamassima, Castiglione, Noci e Turi) costituirono la dote di Caterina, figlia di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, andata in sposa al duca d’Atri Giulio Antonio Acquaviva. Gli Acquaviva, che detennero i diritti feudatari fino alla loro abolizione nel 1806, furono feudatari più umani verso il popolo, mettendo in condizione i coloni di divenire piccoli proprietari che trasformarono il territorio, coltivando uva e grano e traendone rilevanti benefici economici.

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Cosa Vedere a Castellana Grotte?

grave vista dall'interno delle grotte di castellana

Le Grotte, UN COMPLESSO DI CAVITÁ SOTTERRANEE
Le Grotte di Castellana, un complesso di cavità sotterranee di origine carsica, di notevole interesse turistico, tra i più belli e spettacolari d’Italia, sono ubicate nel Comune di Castellana-Grotte, a circa 1,5 km dall’abitato.

Si sviluppano per una lunghezza di 3348 metri e raggiungono una profondità massima di 122 metri dalla superficie. La temperatura degli ambienti interni si aggira attorno ai 16,5°C.

Situate alle porte della Valle d’Itria, a pochi chilometri da borghi incantevoli come Alberobello, Cisternino, Polignano a Mare, le Grotte di Castellana si aprono nelle Murge sud orientali a 330 m s.l.m. sull’altopiano calcareo formatosi nel Cretaceo superiore, circa novanta-cento milioni di anni fa.
La bellezza delle Grotte di Castellana richiama visitatori da tutto il mondo, e dal giorno della loro apertura al pubblico, più di 15 milioni di persone hanno percorso le sue vie sotterranee. La visita alle Grotte si snoda lungo un percorso di 3 Km: una straordinaria escursione guidata, a circa 70 metri di profondità, in uno scenario stupefacente, dove caverne dai nomi fantastici, canyon, profondi abissi, fossili, stalattiti, stalagmiti, concrezioni dalle forme incredibili e dai colori sorprendenti sollecitano la fantasia di bambini e adulti.

L’imbocco della Grave, la profonda voragine d’ingresso delle grotte, incuteva da sempre un senso d’angoscia e di paura a quanti percorrevano la non distante strada di campagna, soprattutto all’imbrunire, quando poteva accadere di veder uscire dall’abisso, assieme ai pipistrelli che svolazzavano nei campi a caccia di insetti, dei vapori, ritenuti dai superstiziosi viandanti le anime dei suicidi, che, trovata la morte nella Grave, tentavano inutilmente di salire al cielo.

percorso delle grotte di castellana

La scoperta

Vincenzo Longo (1737-1825), umanista e giureconsulto castellanese, forse fu il primo uomo a scendere nella Grave assieme a una numerosa comitiva di giovani coetanei.

Il ricordo dell’impresa, arricchito da molti e diversi particolari, si perpetuò nella memoria dei testimoni dell’epoca e da questi fu tramandato alle generazioni successive.

Le Grotte di Castellana sono, quindi, a pieno titolo, un’imperdibile occasione per ammirare uno dei luoghi naturali più sorprendenti di una Puglia meravigliosa.

I misteri insoluti
NUOVE CAVITA’ DA ESPLORARE

La Grave è ben lungi dall’aver rivelato tutti i suoi segreti. Una depressione alla base della parete nord della caverna, scoperta in seguito a dei lavori di ripulitura dell’abisso della Grave, lascia intuire che ci possano essere nuovi angoli da scoprire e nuove cavità da esplorare.

Inoltre, escursioni in loco e ricerche geofisiche di superficie condotte negli anni passati con varie tecniche d’indagine, hanno consentito d’ipotizzare l’esistenza di nuovi rami, che si diramerebbero dalla voragine iniziale.

grotta di castellana allagata

Chiesa di papa San Leone I Magno compatrono
Intitolata a san Leone Magno come da epigrafe sulla facciata, è stata edificata nel 1383 ampliando una già esistente chiesa romanica a cui venne annessa una torre normanna difensiva, poi convertita in campanile. Ai lati della facciata principale si ammirano le statue di Leone Magno e di Giovanni Battista, fino ad allora collocate internamente sull’altare maggiore, mentre sul fastigio vi è la scultura della Madonna Consolatrice. L’interno, suddiviso in tre larghe navate, è abbellito da arcate e da un affresco scoperto e restaurato di recente (1970) in stile tardo-gotico, dalle sculture di Aurelio Persio e dalle pregevoli tele di Andrea Miglionico e del castellanese Vincenzo Fato. La parete di fronte all’altare maggiore è dominata da un maestoso organo. Notevole la presenza della cappella dedicata al Corpus Domini in cui nel paliotto dell’altare si ammira un’immagine raffinata della Madonna col Bambino.

Santuario di Maria SS. della Vetrana
Sorge su uno dei cinque colli di Castellana a 317 m s.l.m.. In origine vi era una piccola chiesa, già documentata nel ‘200 e ‘300, intitolata alla Santa Maria Veterana. Fu costruito nel 1691 per volontà del popolo castellanese come ringraziamento alla Madonna della Vetrana, che aveva liberato il paese dalla terribile peste del 1690. I Frati Alcantarini vi si insediarono nel 1714. Questi frati secondo le testimonianze storiche si recavano nella chiesa dei Santi Medici di Alberobello. L’interno della chiesa, a croce latina con volta a botte, è arricchito da pregevoli stucchi mentre, nel transetto, quattro pilastri in pietra con capitelli sostengono la cupola. Nel transetto ci sono due altari barocchi a stucchi decorati. A sinistra dell’altare maggiore si custodisce, in una piccola cappella, l’immagine della Madonna della Vetrana davanti alla quale arde, da più di tre secoli, una lampada a olio. Di semplice struttura è il chiostro, formato da arcate a tutto tondo e dal quale si accede a un presepio permanente costruito nel 1968. Il convento possiede una ricca biblioteca di antichi volumi di storia, filosofia e teologia. All’interno della chiesa si trovano le statue di: san Pasquale Baylon, san Pietro d’Alcàntara, san Francesco d’Assisi, sant’Elisabetta d’Ungheria, sant’Antonio di Padova, e san Pio da Pietrelcina.

Chiesa di San Francesco d’Assisi
Sorta su una preesistente chiesetta del XIV secolo dedicata a Santa Maria Annunziata, la chiesa è stata costruita nel 1651, annessa al convento (oggi adibito a Municipio) dei Frati Conventuali, già insediati dal 1418. Nella navata unica a croce latina, presentata con un armonico insieme in pietra nuda e intonaco a calce, dallo stile tardo-rinascimentale, vi sono i sette grandiosi altari in pietra locale, opera di Fra’ Luca Principino, frate Conventuale a Castellana. La facciata esterna, in pietra bugnata, è di un sobrio barocco.

Chiesa del Caroseno
Chiesa costruita extra moenia sulla via per Putignano, è risalente al XVI secolo, come attestata da documenti notarili. La facciata frontale esterna, conferita in stile barocco nel XVIII secolo, è tripartita da lesene, suddivisa in due ordini. Ai lati in basso vi sono presenti due nicchie con statue rispettivamente di San Pietro e San Giovanni Battista. Nell’ordine superiore, con finestrone timpanato, vi sono figure di angeli e la statua della Madonna in trono. L’interno della chiesa conserva l’aspetto originario del XVI secolo, caratterizzato da navata unica con arcate a sesto acuto. Notevole è la presenza del dipinto della Madonna del Caroseno e di tele del pittore castellanese Vincenzo Fato.

Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Purgatorio)
Settecentesca, ospita pregevoli opere. Sobrie decorazioni rivestono anche l’ottocentesco confessionale in legno posto sotto la prima arcata di sinistra. Molto imponente la cupola che ricopre il tetto.

Chiesa San Nicola di Genna
Nella frazione detta Genna (il cui nome appare per la prima volta in un documento del 944) è presente la chiesa di San Nicola. Questa chiesa campestre, che sorge a 365 m s.l.m., a poco più di 2 km dalla città e a pochi metri dalla collina di Genna da cui trae il nome, è posta all’incontro di ben sette strade. Fu costruita nel sedicesimo secolo, quando la zona era abitata e coperta di vigne con al centro la chiesa.

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Cosa mangiare a Castellana Grotte? Dove mangiare a Castellana Grotte?

L’impanata di Castellana Grotte

L’attuale ricetta dell’impanata è in realtà una rivisitazione della ben più nota incapriata con cicorie e fave, un piatto che secondo alcuni rappresenta la primissima pietanza cucinata dall’uomo per rendere più commestibili e digeribili i cibi reperibili nella natura.

Nonostante l’apparente aspetto povero e poco ricercato della ricetta, se ci si sofferma sugli alimenti impiegati per la realizzazione del piatto si può affermare con piena certezza che la scelta e l’unione degli ingredienti principali non è un volgare miscuglio di sostanze alimentari realizzato senza alcun criterio; al contrario, esso contiene tutti i principi alimentari organici ed inorganici, come protidi, glicidi, lipidi, sali minerali e vitamine.

In questo caso dunque, gli alimenti utilizzati si integrano a vicenda per dare vita ad un piatto completo e di sicuro beneficio per l’organismo del consumatore finale.

A Castellana Grotte si rende omaggio a uno dei piatti più caratteristici della località della Valle d’Itria, con la Sagra dell’Impanata, anticipata già nei mesi passati da una camminata culturale e gastronomica. Organizzata dall’associazione Castellana Conviene – Confesercenti, con il patrocinio del Comune di Castellana Grotte, di Grotte Srl di Castellana Grotte, della Città dell’Olio, della Regione Puglia-Assessorato Industria Turistica e Culturale per la gestione e la valorizzazione dei beni culturali e della Città di Bari e di molti altri e con il riconoscimento della denominazione comunale di origine DE.CO del Comune di Castellana Grotte, la manifestazione rende omaggio all’impanata, piatto tipico del posto.

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Cosa fare a Castellana Grotte?

Le “Fanòve”
La “Festa delle Fanòve” è una manifestazione religiosa radicata nella tradizione popolare castellanese. L’accensione dei caratteristici falò avviene l’11 gennaio. Le Fanòve sono grosse cataste di legno che vengono fatte ardere in tutto il paese nel corso della notte. La festa è il riconoscimento alla Madonna della Vetrana che, secondo la tradizione, pose fine all’epidemia del 1691. I visitatori assaggiano volentieri i prodotti tipici offerti da chi ha allestito la “fanòva”, quali taralli, ceci e fave abbrustolite, solitamente accompagnati da un bicchiere di vino. Il giorno dopo, il 12 gennaio, la statua della Madonna della Vetrana viene portata, con solenne processione, dal convento dei frati minori in città, nella chiesa matrice di San Leone Magno, restandoci per una settimana di fronte alla venerazione riconoscente dei numerosi fedeli che la visitano. La Festa delle Fanòve è preceduta dalla Diana, una processione che parte da piazza Nicola e Costa alle tre del mattino. I fedeli che vi partecipano sono accompagnati dalla locale Banda Cittadina che esegue un’antica nenia popolare[9]. Scopo della processione è effettuare la tradizionale questua andando in giro per i frantoi del territorio, per raccogliere l’olio con cui alimentare, per il resto dell’anno, la lampada votiva posta ai piedi della sacra effigie della Madonna della Vetrana.

La Festa d’aprile
La solenne festa principale si svolge nell’ultimo weekend di aprile fra luminarie, processioni, concerti di varie bande e fuochi pirotecnici in onore della Madonna della Vetrana. Nel giorno principale, l’ultima domenica di aprile, alle ore 12:00 si tiene una processione con statue dei santi e la Madonna della Vetrana.

La Consolatrice
Festa particolarmente semplice e intima, che segna la fine delle ferie, il 21 agosto. Con processioni solenni si venerano la Madonna Maria SS. Consolatrice e San Leone Magno, antichi patroni di Castellana ora compatroni.

Festa del Caroseno e Sagra del Pollo e del Coniglio
Dal 1692 viene festeggiata la Madonna del Caroseno, rendendo omaggio al Caroseno di Maria che evince il ruolo della vergine come madre del popolo. Festa molto sentita anche dal territorio circondario, il 7 e l’8 settembre si arricchisce con la Sagra del Pollo e del Coniglio, in cui vengono allestite caratteristiche vetrine satiriche e grandi tavolate imbandite per le strade con le macellerie del paese.

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Perché visitare Castellana Grotte?

Le Grotte di Castellana sono considerate il complesso speleologico più importante d’Italia e d’Europa, si trovano a circa 40 chilometri da Bari, in Puglia e sono il risultato dell’azione erosiva di un antico fiume sotterraneo, che ha plasmato la roccia calcarea.

Per questo motivo, all’interno delle grotte di Castellana ci si perde tra gallerie naturali che si snodano in due percorsi. La cavità fu scoperta nel 1938 dallo speleologo Franco Anelli che si affacciò per la prima volta nella Grave, il 23 gennaio.

“Disceso al fondo della cavità, l’esploratore ne percorse il perimetro e trovò un basso passaggio, che continuava per alcune decine di metri fino a raggiungere una seconda vastissima caverna che la luce della lampada ad acetilene non riusciva a rischiarare*, in seguito denominata Caverna dei Monumenti“.

Dopo un paio di giorni, Anelli accompagnato da un operaio castellanese, Vito Matarrese proseguì l’esplorazione scoprendo pian piano quelli che oggi sono il Corridoio del Serpente, del Deserto e la Grotta Bianca.

Tra stalattiti e stalagmiti ci sono anche la Caverna dell’Altare, la Caverna della Cupola e il Passaggio del Presepio, dove giace una stalagmite dalle fattezze mariane, denominata Madonnina delle Grotte.

Accanto alle Grotte di Castellana, c’è anche il Museo Speleologico ‘Franco Anelli’ che da anni ospita turisti e studenti per visite guidate, laboratori didattici e visite speleo turistiche. Un’altra chicca è la Speleonight , ovvero la visita delle Grotte di Castellana al buio, che si effettua dopo la chiusura al pubblico, per gruppi composti da almeno 15 persone.

La temperatura all’interno delle grotte di Castellana è fresca per cui è consigliabile portare un maglione e in generale un’abbigliamento comodo. Nella visita notturna, i visitatori sono guidati dalle guide del Gruppo Puglia Grotte equipaggiate con casco, bomboletta e illuminazione ad acetilene: questo serve a mostrare lungo la passeggiata, i colori, le sensazioni e le emozioni vissute dai primi esploratori.

“Le esperte guide speleologiche guidano i partecipanti in un’escursione unica, nel corso della quale si potranno ascoltare i suoni delle Grotte e scorgerne e osservarne la fauna che la popola, o provare intense emozioni come procedere in solitudine per un tratto”.

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